La persona con disturbo depressivo persistente è depressa quasi tutti i giorni da almeno 2 anni.
I sintomi compaiono in modo graduale, spesso durante l’adolescenza, e possono durare anni. La quantità di sintomi presenti contemporaneamente è variabile, e spesso essi sono meno gravi di quelli della depressione maggiore.
Nelle depressioni a decorso protratto prevalgono l’ansia, le somatizzazioni, l’astenia, le difficoltà di concentrazione, la riduzione degli interessi, i sentimenti di insicurezza e inadeguatezza, la tendenza alle ruminazioni e all’ipervalutazione dell’esperienza depressiva.
Spesso queste persone appaiono dubbiose, esitanti, indecise ed incerte di fronte ad ogni scelta; in alcuni casi risultano totalmente inconcludenti, in altri si applicano con grande difficoltà superando impegni minori. In certe persone, tuttavia, l’umore depresso e la coartazione degli interessi non impediscono una costante e rigorosa dedizione all’attività lavorativa che viene, peraltro, esplicata con risultati soddisfacenti.
Le caratteristiche come il rallentamento motorio, l’alternanza diurna, la riduzione dell’appetito e della libido, pur presenti nelle fasi iniziali, si attenuano con il protrarsi del disturbo.
Non sono rari i casi in cui dopo una fase acuta di malattia, persistono sintomi residui come difficoltà di concentrazione, labilità emotiva, ipersensibilità alle frustrazioni ed agli eventi negativi e spesso tale sintomatologia attenuata si traduce in difficoltà sul piano dell’adattamento sociale e lavorativo.
Nella depressione persistente gli eventi esistenziali con intenso coinvolgimento emozionale, occorsi prima dell’esordio della malattia, risultano avere frequenza analoga a quella riscontrata in altre forme depressive.
La letteratura riporta che nel decorso del disturbo depressivo persistente si verificano un numero maggiore di eventi e di conflittualità, sia con i familiari sia sul piano sociale e lavorativo, che potrebbero rivestire una certa importanza nel persistere della sintomatologia. Tuttavia è anche vero che il protrarsi della depressione potrebbe contribuire sia ad incrementare le situazioni conflittuali e la probabilità di accadimenti negativi, sia a limitare l’obiettività nella valutazione degli eventi mediante la distorsione dei ricordi e dei vissuti ad essi legati.
Il decorso protratto favorisce l’adozione di specifiche modalità cognitive che determinano una percezione negativa di sé e degli avvenimenti. La tendenza ad amplificare i propri disturbi e la spiccata sensibilità agli eventi si acuiscono con la cronicizzazione dei sentimenti di insicurezza e di autosvalutazione.