Un pensiero non corretto, attualmente ancora radicato nell’opinione pubblica, associa l’assunzione di medicinali direttamente con la comparsa di effetti patologici sul feto o anche sul bambino durante l’allattamento, e porta a evitare di assumere farmaci anche quando questi non comportano alcun rischio.
Tale convinzione rischia di ostacolare la possibilità di vivere una gravidanza o un post-partum sereni, esponendo a possibili rischi legati alla mancanza di cure piuttosto che alla presenza.
I disturbi d’ansia se non trattati o con la sospensione brusca e completa della terapia, si associano a complicanze materne e fetali. Alcuni studi hanno osservato un maggior rischio di ritardo di crescita intrauterina e parto prematuro nelle gravidanze di donne che soffrono di disturbi d’ansia.
Durante la gravidanza la mamma e il bambino rappresentano un’unità inseparabile e lo stato di salute della madre rappresenta un requisito indispensabile per un regolare sviluppo del feto e la salute del bambino.
Quando ritenuto necessario e attraverso un uso corretto, appropriato, monitorato e alla dose minima efficace del farmaco è importante assumere il trattamento necessario in tranquillità, a beneficio della salute della mamma e del bambino.